LETTERA INVIATA NEI GIORNI SCORSI ALLA PROVINCIA PAVESE


Carissime amiche ed amici, cari sostenitori,

è un dato di fatto che ci sia crisi, si stia andando verso - o forse ci siamo già - un periodo di recessione e, nonostante i nostri governanti ci dicano di essere ottimisti e di spendere, comprare, consumare, c’è chi a fatica arriva alla terza settimana del mese e i soldi per spendere, comprare e consumare non li ha. È un periodo brutto per tutti, non c'è che dire. Chi scrive rappresenta una piccola realtà associativa pavese, Ains onlus, che da 10 anni finanzia microprogetti sanitari e sociali in Guatemala tra i quali, il più importante è rappresentato da un INTERVENTO di sostegno scolastico a distanza che da sei anni coinvolge 126 tra bambine e bambini.
Quest’anno - per la prima volta - nonostante un foglio notizie informativo delle nostre attività spedito ogni mese a tutti i sostenitori del progetto, nonostante l’invio almeno tre volte l’anno della pagella, delle foto e delle informazioni sul bambino sostenuto, nonostante l'organizzazione - almeno due volte all'anno - di un incontro con tutti i sostenitori, nonostante la partenza per il Guatemala due o più volte l’anno per controllare il progetto, nonostante una rilevante attività culturale che ci vede impegnati ad organizzare incontri, dibattiti ed eventi musicali dove aggregare persone, discutere di disagio e raccontare la situazione del Guatemala.
Bene, nonostante tutte queste iniziative, nell'anno in corso ci siamo trovati con 20 sostenitori che hanno deciso di non rinnovare più l’impegno dell'adozione. Assolutamente liberi di farlo, non è nostro compito giudicare questa scelta. Però, la serie di improvvise e inaspettate rinunce ci ha fatto pensare.

Questo piccolo incidente di percorso è un problema che si è presentato sul tappeto e immaginiamo sia legato alla situazione economico-sociale della nostra provincia e del paese. E’ un fatto serio che obbliga moralmente il nostro gruppo ad impegnarsi con maggior forza per cercare nuovi sostenitori e per poter permettere ai 20 bambini "rinunciati" di continuare a studiare e frequentare la scuola. Negli anni appena passati tutto questo non era mai successo; anzi, spesso alla richiesta del versamento dei 160 euro annui per il sostegno c’era chi lasciava qualche decina di euro in più da destinare, a nostra scelta, al finanziamento di altri progetti.

Cambiando per un attimo argomento, cercando però di stare sul tema dato, questa mattina un’amica, da 25 anni volontaria a Lourdes, mi ha raccontato che il viaggio di Ottobre ha contato pochissimi partecipanti e la sua conclusione è stata: "d’altronde, una pensionata che prende poco più di 500 euro al mese come può permettersi di sostenere una simile spesa?".
Prendendo spunto da questi piccoli episodi le chiedo ospitalità per lanciare alcune riflessioni e osservazioni. E' pur vero che siamo nel mezzo di una crisi economica di cui non si vede, per ora, la fine; questo periodo ci consentirà, per contro, di guardare alla realtà con maggior rigore, austerità e sobrietà.
Forse ci indurrà a cambiare, almeno nel piccolo, uno stile di vita fin qui volto solo al consumo ed estraneo al senso del limite.

In primo luogo, un organismo che dovrebbe occuparsi di questi problemi lo individuo nel nuovo direttivo della Consulta del Volontariato Pavese, recentemente rinnovato nei suoi assetti dirigenti.
Sarebbe importante riflettere su come il volontariato, in generale, intende affrontare il problema del suo sostentamento e finanziamento in tempi di scarsità monetaria. Un tema comunque irrinviabile in quanto tutti i nostri progetti, piccoli o meno, necessitano di un quid di sostegno economico senza il quale non andrebbero a buon fine.

Come coinvolgere, con nuovi stimoli, i nostri sostenitori? Come far capire loro che non è tagliando sui temi legati alla solidarietà che si aiuta la collettività ad uscire dalle difficoltà presenti?
Come far passare il messaggio che proprio sostenendo i concetti generali di "bene comune" e di "relazione, rete, stare insieme" si sta andando nella direzione giusta?

Direzione che l'economia reale stessa dovrà intraprendere a vantaggio di un processo di redistribuzione di risorse e di opportunità per disinquinarsi dalle esiziali dinamiche iperliberiste che hanno generato, negli ultimi due decenni almeno, gli sconquassi che oggi stiamo vivendo.
Apriamo una discussione, confrontiamoci apertamente. Questo può essere un tempo di nuove elaborazioni, di "nuove frontiere".
Non bisogna però mettere la testa sotto la sabbia: bisogna, come sempre, affrontare i problemi senza paura e senza il timore di andare controcorrente. Tutti ne gioveranno, a partire da noi stessi che "spendiamo" la gran parte del nostro tempo libero ad occuparci di solidarietà e ad ingegnarci sul come fare per far star meglio gli altri.

Cordiali Saluti e auguri di buone feste.

Ruggero Rizzini


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