La Politica dei Volti e non dei Voti

Guardare i volti della gente e non tanto inseguire i voti dei cittadini
La politica di un sistema democratico si sostiene, generalmente, dal consenso, soprattutto quello delle urne, che significa una ricerca continua di voti durante la campagna elettorale e di un rincorrere affannato ai consensi durante il governo in atto.
La politica dei voti rischia spesso di tramutarsi in una amministrazione governativa che non fa altro che inseguire quello che la gente vuole a livello di pancia e di istinto, in modo da avere il suo consenso che poi si tramuta in voto.
La pancia della gente indica il bisogno viscerale di diventare divoratori di cibo, anche se quel cibo fa male. Importante è mettere qualcosa in pancia per calmare i crampi dello stomaco, dando molta più attenzione alla quantità che alla qualità. L'istinto è qualcosa di animalesco che la persona umana è chiamata a dominare mediante la sua dimensione e facoltà etica, ossia di dare senso e valore alla vita attraverso comportamenti e scelte che si discostano dall'istinto e diventano etiche. L'istinto può essere rappresentato dal pugno che spesso viene usato come reazione istintiva nei momenti di rabbia.
Questa politica del consenso diventa followship e non più leadership, perché insegue quello che la gente vuole a livello di pancia e di istinto, e per questo incontra molto consenso in questa realtà sociale dove le paure generano sempre più arroccamenti e chiusure nelle proprie sicurezze, soprattutto economiche. Si tratta anche di un'etica della situazione e non nella situazione, ossia un'etica che viene determinata da quello che la gente vive e vuole a livello superficiale.
La politica dei volti, invece, si realizza su due pilastri molto differenti: il cuore che ci indica la strada dell'amore e la mente che ci mostra le ragioni della verità. Mentre la politica dei voti si muove a partire dalla pancia della gente che indica quello che vuole le viscere e dal pugno duro che mostra il comando del più forte.
Guardare i volti della gente è molto importante, così come hanno fatto quei marinai quando sono stati costretti a riportare gli immigrati in Libia. Osservando quei volti di gente povera ed esclusa ed ascoltando i loro clamori di disperati, rifugiati e rifiutati da questo nostro mondo, hanno affermato che si sono sentiti vergognati da quello che avevano fatto.
Osservare i volti significa capire i drammi delle persone e percepire le vere esigenze, non solamente quelle di pancia o del pugno, ma soprattutto quelle del cuore e della mente che conducono alla verità e alla giustizia.
La politica dei volti diventa finalmente leadership e non più followship, cioè capace di educare la gente e di indicare la strada verso un domani migliore per tutti, e non solamente per pochi.
La politica dei volti riscatta una vera politica, in sintonia con la polis, che significa coraggio e responsabilità di condurre un popolo, anche se all'inizio non fa audience, verso un futuro capace di offrire a tutti opportunità e condizioni di vita migliore, superando la logica del “si salvi chi può” o dei “furbetti del quartiere”, ma garantendo accoglienza, legalità e giustizia sociale a tutti, rimuovendo finalmente le cause che generano i mali della gente e non solamente alleviando i dolori.
La politica dei volti non è ossessionata dai sondaggi e non ascolta appena il brontolio della gente, ma è attenta soprattutto a quello che la gente ha veramente bisogno, a livello esistenziale ed essenziale, per raggiungere la dignità umana.
La politica dei volti mette in atto un'etica nella situazione e non più appena della situazione, ossia a partire da quello che la gente vive cerca di renderlo sempre più trasparente e significativo, trasformando il quotidiano e l'esistente delle persone e non più adeguandosi o, peggio ancora, conformandosi allo status quo.
Oggi, abbiamo bisogno di una Politica dei Volti e non più di quella dei Voti, ossia una politica che abbia coraggio e tenacia di educare la gente a passare dai bisogni della pancia e del pugno al linguaggio del cuore e alla verità della mente. Solo così riusciremo ad uscirne da questa fanghiglia politica che sta degradando sempre più la cultura della nostra gente.
Padova, 25 maggio 2009
p. Adriano Sella
(missionario dei nuovi stili di vita)

Commenti

Post più popolari