Mafia, in piazza per non dimenticare. "Libera" in corteo a Milano"

E' partita a Milano la manifestazione per la 15/ma Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Organizzata da Libera e Avviso pubblico e con l'Alto patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio del Comune e della Provincia di Milano e della Regione Lombardia. Il corteo, senza bandiere politiche, si è mosso dai Bastioni di Porta Venezia e si concluderà in Piazza Duomo. L'appello di Don Luigi Ciotti: "Non lasciamo soli i magistrati e la polizia", ha detto il fondatore dell'Associazione antimafia.

«Legami di legalità, Legami di responsabilità» è lo slogan scelto dagli organizzatori della manifestazione che intende ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare, in loro nome, l'impegno di contrasto alla criminalità organizzata. Sul palco allestito in Piazza Duomo, al termine della manifestazione, saranno letti alcuni brani scritti da vittime delle mafie da parte di alcuni studenti provenienti da tutta Italia. A seguire Frankie Hi Nrg in chiave rap interpreterà "Fight the faida" quindi Annalori Ambrosoli, moglie di Giorgio Ambrosoli ucciso nel 1979, porterà la sua testimonianza in rappresentanza dei familiari delle vittime. Sarà poi la volta di Manuel Gonzalves Granada, i cui genitori furono uccisi durante la dittatura Argentina, poi sarà data lettura di oltre 900 nomi di vittime innocenti, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, morti per mano delle mafie. Conclude Don Luigi Ciotti , presidente di Libera.

Coordinatrice della giornata Simona Dalla Chiesa, figlia del Generale Carlo Alberto, uccisio a Palermo il 3 settembre 1982. (segue) Alla manifestazione parteciperanno anche rappresentanti di Organizzazioni non governative provenienti da 30 paesi europei e dall'America Latina. Saranno presenti giornalisti europei minacciati dalle mafie internazionali e anche il figlio di Anna Politkovskkaja, la giornalista russa uccisa a Mosca il 7 ottobre del 2006, alcuni figli di desaparecidos e dalla Colombia rappresentanti del Movice, il movimento delle vittime dei crimini di Stato Ricca anche la presenza di operatori del settore culturale e musicale: hanno aderito oltre 50 artisti della scena musicale italiana tra i quali Frankie Hi Nrg, Pierpaolo Capovilla del Teatro degli Orrori, Alessandro Benvenuti, Piotta, i Vallanzaska, i Nomadi ed Enrico Capuano.

Ai partecipanti alla manifestazione il cardinale Carlo Maria Martini ha inviato un messaggio nel quale sottolinea la sua vicinanza «al dolore di tutti coloro che hanno sofferto gravi lutti a causa della mafia. È qualcosa che non dovrebbe esistere, ma purtroppo esiste. E voi vi impegnate, oltre al dolore sofferto, perchè non esista più; perchè dalla società i giovani possano comprendere il valore di parole come legalità, come responsabilità e soprattutto come giustizia».

"La giustizia -scrive ancora Martini- è qualcosa che riguarda tutti e che permette ad una nazione di vivere con serenità e pace; dove non c'è giustizia, dove non c'è legalità, c'è arbitrio e c'è oppressione. Durante il mio servizio come vescovo a Milano ho avuto modo di incontrare tante volte vittime della violenza, allora si trattava soprattutto della violenza del terrorismo, ma ogni violenza è negazione di Dio, è negazione dell'uomo». «Quindi - sottolinea Martini - dobbiamo ribellarci con tutte le forze a questa violenza, anche se è per difendersi dalla violenza; dobbiamo arrivare a far sì che tutti comprendano che la giustizia è anche al limite la capacità di comprendere e di perdonare; è qualcosa che riassume e sintetizza lo sforzo di giustizia».

Intanto i famigliari delle vittime delle mafie si sono riuniti per chiedere che il 21 marzo (la manifestazione è stata anticipata a domani 20 marzo rispetto alla sua rituale scadenza), primo giorno di primavera e data scelta 15 anni fa dalla stessa associazione guidata da Don Ciotti, venga confermata anche dal Parlamento.


l'Unità,20 marzo 2010

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