La città dei bambini ci salverà

Ce la contiamo su e, spesso e volentieri, non vogliamo chiamare le cose con il loro nome. Guardare la realtà per quello che è? Costa fatica. E’ doloroso ammettere che operiamo in contesti economici e produttivi che perdono colpi.E che siamo alle prese con istituzioni, imprese, comunità territoriali, leadership politiche affidate sovente a mani maldestre. O, in alcuni casi, spregiudicate.
Un muro di conformismo ci fa accettare il predominio dei mediocri, la dissipazione delle risorse pubbliche, la chiacchiera di propagande velenose che invece di ricostruire comunità e far dialogare interlocutori diversi e distanti puntano a creare timori, spandere insicurezze, erigere muri di incomprensione. Per afferrare la verità ci vorrebbe lo sguardo trasparente del bambino della fiaba di Andersen che, davanti al sovrano vestito solo con le menzogne e le piaggerie dei suoi cortigiani, dice quello che vede. Ovvero che il Re è nudo. «Il mondo salvato dai ragazzini» è il titolo di un libro bellissimo e troppo dimenticato, pubblicato nel 1968 da Elsa Morante.
E il mondo salvato dai ragazzini, dai bambini, potrebbe essere l’orizzonte da porsi nei paesi e nelle città di questa Italia che invecchia, ha paura, stenta a riprendersi.
Forse va forse proprio in questa direzione «Bambinfestival!. Diritti in città» che dal 20 al 29 maggio si svolge a Pavia per iniziativa di ben 64 organizzazioni di volontariato, associazioni culturali, presenze solidali e di intervento sul territorio operanti a livello locale. «Bambinfestival!» si dispiega in moltissime felici «location» sparse per tutta la città e offre un vastissimo repertorio di iniziative che mettono al centro del vivere comune i più piccoli ma, al tempo stesso, consentono a tutti di apprezzare e conoscere meglio tanti aspetti e scorci di questo tessuto urbano.
Non è qui possibile riassumere le decine e decine di iniziative - coordinate dal Centro Servizi Volontariato - che prendono posto, sino al 29 maggio, in parchi e piazze, librerie e scuole, monumenti, mercati e teatri. Chi vuole essere informato dettagliatamente può telefonare al numero 0382/526328 o accedere al sito www.bambinfestival.org e vedrà quale macchina proficua di proposte intelligenti, di iniziative utili, di momenti divertenti e formativi è in grado di sfornare questa città quando fa confluire tutte le sue diverse vocazioni, i suoi variegati talenti in un comune lavorare.
Ci sono due notazioni però, al di là del programma delle iniziative, sulle quali vale la pena di soffermarsi. La prima è la filigrana che sembra percorrere tutte le proposte: in un certo senso è proprio un riprendere, forse addirittura inconsapevolmente, lo spirito di quel libro della Morante al quale si è fatto cenno.
Cosa stava al centro de «Il Mondo salvato dai ragazzini»? L’idea che «nessuno conosce davvero un altro se non lo ama». Anzi c’è un «ciascuno» in tutti gli altri, un «ciascuno» presente in tutti gli uomini e in tutte le donne, che è unico e straordinario. O, come scrive la Morante, rappresenta «un universo favoloso» da scoprire e valorizzare. Forse è proprio da qui, da questa intuizione che la Morante prende da Simone Weil, che bisogna ripartire per ricostruire comunità.
E la ricostruzione forse deve avvenire proprio partendo dal basso, dall’articolato procedere e confluire di tanti rivoli che si accostano.
Di iniziative e di Festival, in giro per questo Paese, non ne mancano. Hanno incrementato cultura e saperi ma sempre più - chi è stato al recente Salone del Libro di Torino lo ha constatato di persona - rappresentano una sorta di pellegrinaggio idolatrico dove le masse rendono omaggio alle Icone del giorno. Ai personaggi mediatici celebri e inarrivabili che per un’ora, un giorno, diventano avvicinabili. Dai quali si ottiene, come fossero reliquie, un autografo, una foto, una parola.
Il contrario di questo meccanismo, tipico della società dello spettacolo e dei suoi veleni, è proprio l’articolarsi di iniziative che, come «Bambinfestival!», non hanno bisogno di divi e divine, non vanno alla ricerca di «location» prestigiose ma procedono disseminate nei più diversi angoli e contesti della città. Proprio come in una semina speranzosa che non mancherà di dare frutti.

giorgio boatti
DRITTO & ROVESCIO (la provincia pavese, 22 maggio 2011)

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