Anche gli ingegneri aiutano il Guatemala

Un grande centro nutrizionale che possa non solo educare a una corretta alimentazione ma anche andare incontro alle fasce più disagiate della popolazione. E’ questo il “grande sogno” di Ains, l’Associazione pavese che da anni si spende per il Guatemala, con l’obiettivo di aiutare la gente a risollevarsi dopo quarant’anni di guerra civile e in un presente dove lo sfruttamento delle multinazionali certamente non favorisce la popolazione nella ripresa. Passo dopo passo il sogno sta prendendo forma e a fianco di Ains camminano anche altre realtà che si sono lasciate proficuamente coinvolgere. Ultima in ordine cronologico l’Ordine degli Ingegneri di Pavia, presieduto da Giampiero Canevari, che nell’ambito della apposita Commissione Solidarietà per la cooperazione con il mondo del volontariato ha delegato una “piccola squadra” di ingegneri a seguire proprio il progetto del centro nutrizionale guatemalteco, che sorgerà nel villaggio di El Rancho. Due di loro - Lorenzo Buratti e Marco Majocchi- sono partiti per il Guatemala nell’ultima spedizione di Ains, di cui facevano parte il presidente Ruggero Rizzini, il tesoriere Giulia Dezza e tre infermiere: Eleonora Ragni (selezionata grazie al progetto interculturale appoggiato dal Collegio Ipasvi di Pavia), Cristina Campano (di Domodossola) e Giovanna Gaiga (di Vicenza). L’intento era proprio quello di verificare “sul campo” le coordinate tecniche e specialistiche del Centro che sorgerà e che sarà poi seguito a distanza dai volontari pavesi ma monitorato “in loco” da Alvaro Aguila Aldana, responsabile dell’organizzazione C.F.C.A. (Fondazione Cristiana di sostegno ai bambini e agli anziani) e da Maria Del Carmen, un architetto del villaggio. Il Centro sorgerà su un’area di circa mille metri quadrati, che è stato in parte acquistato da Ains e in parte regalato da una donna indigena. “La sua realizzazione non sarà affidata a una grande impresa straniera bensì alla gente del luogo con un capomastro locale -spiega Ruggero Rizzini- costerà ottantamila euro e richiederà quattro-cinque anni di lavoro prima che l’intero complesso sia completato”. La struttura comprenderà una Clinica con dodici posti letto, un ambulatorio, una mensa, una farmacia e un piccolo negozio per la vendita di prodotti legati all’ambito sanitario. “Tutto sarà a basso costo, ma nessuno sarà allontanato anche se non in grado di pagare neppure quelle piccole cifre -sottolinea Rizzini- e avranno accesso gratuito le famiglie dei 150 bambini adottati a distanza da Ains. L’impegno nostro vuole essere quello di sostenere non solo il bambino, ma anche tutto il contesto familiare di riferimento”. I due ingegneri, Lorenzo Buratti e Marco Majocchi, dopo aver apportato alcuni perfezionamenti al progetto originario in seguito al viaggio, stanno seguendo praticamente in “presa diretta” tutto il progetto via mail e su Skype, in contatto con Maria Del Carmen. “E’ stata un’esperienza utile, veramente bellissima che mi ha consentito di “toccare con mano” i problemi reali della gente -sottolinea Lorenzo Buratti- e anche il valore della cooperazione. Stando sul posto impari anche un approccio differente e capisci la realtà non solo fisica, ma anche lavorativa con logiche di architettura a volte molto differenti dalle nostre”. Il presidente Ains Rizzini tiene a precisare un aspetto molto importante: “Investire denaro per portare specialisti in Guatemala non è una scelta che sottrae soldi ai progetti, ma consente di aiutare queste persone a impattare direttamente la realtà con cui altrimenti potrebbero confrontarsi solo virtualmente. Noi abbiamo garantito ai due ingegneri e alle tre infermiere vitto e alloggio gratis per due settimane, con un costo complessivo di 270 euro. Capite bene che si tratta di cifre basse, ma portano vantaggi enormi ai progetti dell’associazione”.

L’associazione lavora già a stretto contatto con alcune realtà locali: il Csv, il Collegio Ipasvi, ora anche l’Ordine degli Ingegneri. L’aspirazione è quella di rendere sempre più fitta questa rete di collaborazione. “Sarebbe importante, ad esempio, per questo centro nutrizionale riuscire a coinvolgere anche l’Ordine dei Medici e l’Ordine dei Farmacisti -conclude Rizzini- affinchè si possa incrementare un discorso di cooperazione sanitaria con il Guatemala. E da infermiere ritengo anche fondamentale una sempre maggior partecipazione del Collegio Ipasvi, perchè per un infermiere operare in questi luoghi è una grossa occasione di formazione. E non dimentichiamo anche che degli iscritti al Collegio ben 101 sono ormai gli infermieri stranieri”.

Daniela Scherrer

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