...per non lasciar morire il nome del paese "dell'eterna primavera"

pubblichiamo questa bella relazione-testimonianza che Nicolasa Mendoza M. ha rilasciato ad una amica che è andata a trovarla a Prali presso Agape Centro Ecumenico. E' commovente il suo impegno e la forza con la quale si impegna per il bene del suo meraviglioso e tormentato paese, il Guatemala. Dopo aver terminato la mia formazione universitaria nel 2012 ho deciso, dopo 17 anni di lontananza, di ritornare nel paese dove sono nata, cioè Santiago Atitlán del dipartimento de Sololá, al fine di lavorare ad un progetto di educazione alternativa, creato unitamente a padre Clemente, nell’ambito dei Diritti Umani e Diritti deI Popoli Indigeni. Questo progetto è accreditato dal Proyecto de Desarrollo Santiago “PRODESSA”, ed ha l’obiettivo di formare leader capaci di lavorare per una società più degna e giusta. Abbiamo cominciato questo piccolo progetto con 47 adulti dai 18 ai 55 anni d’età. Nei primi tre mesi di attività iniziammo ad analizzare il contesto sociale, economico, religioso e culturale di Santiago, e ci siamo trovati coinvolti in una lotta religiosa e culturale molto forte. Come istituzione abbiamo partecipato per difendere la nostra cultura, che alcuni leader della chiesa cattolica, guidati da sacerdoti della OPUS DEI, volevano distruggere; nel contempo, partecipammo ad altre lotte contro lo sfruttamento minerario e geotermico, facemmo parte di una assemblea generale tenutasi il 20 di ottobre 2012 alla quale parteciparono circa 5000 persone. A causa della nostra lotta cominciarono le minacce ai leader del progetto, il ministero dell’educazione di Sololá, che non era d’accordo con la nostra ideologia, lo ha chiuso ed abbiamo dovuto ricorrere alla Procura dei Diritti Umani. Nonostante questo, quest’anno abbiamo 120 studenti adulti e 5 minorenni che non avrebbero potuto pagarsi gli studi in altre scuole. Tuttavia, io continuavo a pensare: che fare affinché il mio popolo possa vivere in pace ed armonia, affinché tutti possano tenere le stesse opportunità senza distinzione di colore, classe sociale e meno che meno religione, affinché tutti ci possiamo considerare fratelli e sorelle, affinché possiamo recuperare l’armonia non solo tra esseri umani ma anche con Madre Natura. Così, con questo sogno in testa, dissi a padre Clemente che mi sarebbe piaciuto organizzare un’assemblea ecumenica, con la partecipazione del vescovo Álvaro Ramazini che è un religioso cattolico che sta lottando per la riconciliazioni tra le popolazioni indigene del Guatemala, con il signor Vitalino Ximilox che è leader delle chiese protestanti, e con il capo indigeno di Atitlán che è leader dei sacerdoti e delle guide della spiritualità maya. Fu dopo questa mia proposta che padre Clemente mi disse: “A volte ti ho parlato di AGAPE, un centro ecumenico di Torino che lavora in diversi campi e possiamo trovare agganci che ci aiutino a contattarlo, sarebbe interessante che facessi lì un’esperienza per migliorare ed ampliare il nostro sogno di realizzare un progetto con una ideologia più aperta nel nostro popolo”. Dopo vari contatti e dopo aver inviato in mio curriculum vitae, mi hanno accettato. All’arrivo mi hanno proposto di partecipare in attività nel campo politico delle donne, nel campo internazionale e nel campo teologico internazionale, e sono stata entusiasta di poter condividere la mia esperienza come Guatemalteca e come abitante di Atitlán Questi i motivi dunque del mio volontariato in Agape: poter avere una esperienza differente che rafforzasse le mie conoscenze per poter realizzare con il mio popolo qualcosa che, anche se non sarà come Agape, lavorerà comunque sull’ecumenismo per far sì che le nostre differenze diventino una ricchezza ed una benedizione. Sono convinta che non sarà affatto facile lavorare come comunità ecumenica, e non sarà facile soprattutto per me donna in un sistema machista dove noi donne non veniamo considerate in grado di lavorare ed essere leader di un gruppo, così mi è stato detto nelle varie minacce ricevute lo scorso anno. Però sono sicura che a poco a poco riusciremo a dimostrare che quando c’è la volontà le cose poi si possono realizzare. Ringrazio quindi con tutto il cuore il cielo e la terra per l’opportunità che ho avuto nel Centro Ecumenico AGAPE, nonché alcuni amici della solidarietà italiana che hanno aiutato questo piccolo seme a crescere. Adesso ritornerò con più energia per far sì che il mio Guatemala diventi realmente un paese multiculturale, multietnico, multilingue, e non lasciar morire il nome del paese “dell’eterna primavera”. Grazie Maria per avermi fatto questa intervista ed avermi ispirato a scrivere Cordialmente. Nicolasa Mendoza M. Julio 2013 Agape Centro Ecumenico Borgata Agape 1 10060 Prali (TO) Italy

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